Miele al collasso: produzione crollata del 90% in Piemonte, apicoltori in ginocchio
Miele al collasso: produzione crollata del 90% in Piemonte, apicoltori in ginocchio
Miele al collasso: produzione crollata del 90% in Piemonte, apicoltori in ginocchio
Cia Novara Vercelli VCO: produzione di miele crollata del 90%, apicoltori in ginocchio. Serve un aiuto urgente dalla Regione.
Le gelate e le piogge incessanti di questa primavera hanno avuto un impatto devastante sul settore apistico in provincia di Novara, Vercelli e VCO. La produzione di miele è crollata del 90%, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende apistiche.
Fabio Tombesi, apicoltore a Vogogna e titolare di Apicoltura Ca dul Pin, descrive la situazione drammatica: “In un’annata normale avremmo già finito la stagione, ora invece non abbiamo prodotto nulla e non sappiamo se riusciremo a farlo nelle prossime settimane. Le api sono affamate e sofferenti a causa del freddo e della mancanza di nettare. Abbiamo dovuto intervenire con surrogati per la loro nutrizione, ma sono comunque deboli e smagrite.”
“Abbiamo perso le fioriture primaverili di acacia e millefiori, e anche la seconda fioritura è andata a zero”, prosegue Tombesi. “Non è stato possibile neanche praticare il nomadismo, a causa del maltempo, e quindi non avremo il nostro pregiato millefiori di montagna presidio Slow Food. Le speranze sono riposte in un piccolo recupero tardivo, con una produzione media di uno o due chilogrammi di miele per cassa, contro i normali 25 kg ad alveare.”
Le conseguenze per il settore sono pesanti: gli apicoltori non solo non avranno il giusto compenso per il loro lavoro, ma dovranno anche sostenere costi extra per la nutrizione delle api. Per questo motivo, chiedono un intervento urgente alla Regione per aiutarli a superare questo momento di crisi.
Il futuro dell’apicoltura è incerto, anche a causa del cambiamento climatico che negli ultimi anni ha già avuto un impatto negativo sulla produzione. Tombesi conclude: “Non so in che condizioni le mie api arriveranno al prossimo inverno.”
È necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni per tutelare questo settore vitale per l’ecosistema e per la nostra economia.